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Prisco, Michele.

Scrittore italiano. Trascorse la sua adolescenza in un mondo provinciale e borghese che descrisse nei suoi romanzi. Laureatosi in Giurisprudenza, lasciň presto la professione forense per intraprendere la carriera letteraria. Collaboratore dei giornali "Risorgimento" e "Nuovo Corriere", lavorň in seguito a "Il Mattino" e al settimanale "Oggi", per il quale fu critico cinematografico per oltre 10 anni. Nel 1949 pubblicň il suo primo libro, la raccolta di racconti La provincia addormentata, che ottenne il Premio Strega per l'opera prima. Dal 1960 al 1962 diresse la rivista letteraria "Le ragioni narrative". Fu in seguito vice segretario del Sindacato Nazionale Scrittori e membro di varie giurie letterarie (dal 1993 fu presidente della giuria del Premio Teramo). Tra i suoi numerosi romanzi, nei quali seppe intrecciare un'attenta analisi psicologica dei personaggi ai sapori della memoria della sua terra, citiamo: Gli eredi del vento (1950); Figli difficili (1954); La dama di piazza (1961); Punto franco (1965); Una spirale di nebbia (1966), che vinse il premio Strega; I cieli della sera (1970); Gli ermellini neri (1975); Il colore del cristallo (1977); Le parole del silenzio (1981); Lo specchio cieco (1984); I giorni della conchiglia (1989); Terre basse (1992); Il cuore della vita (1995); Inventario della memoria (1995); Il pellicano di pietra (1996), che ottenne numerosi riconoscimenti, tra cui il premio Selezione Campiello e il premio Rhegium Julii; Gli altri (1999). P. fu inoltre autore delle raccolte di racconti Fuochi a mare (1957) e La pietra bianca (postumo, 2003) (Torre Annunziata, Napoli 1920 - Napoli 2003).